Una lingua è molto più di un insieme di
regole, ecco perché non basta studiare: una nuova lingua per essere compresa
deve essere sentita e codificata correttamente.
Il linguaggio è una facoltà innata dell’essere umano, nasce
dall’ascolto, dall’apertura alla più ampia gamma di stimoli sonori. Nei primi
sei anni di vita l’orecchio di un bambino viene influenzato dalla lingua
materna e si modella sulle sue frequenze: questo si ripercuote di conseguenza
anche sulla voce, che tende a riprodurre ciò che l’orecchio è in grado di
percepire.
Un bambino britannico può percepire e parlare su una gamma
di frequenze che va dai 125 ai 12.000 hz, mentre un bambino italiano dai 125 ai
4.000 hz al massimo. Tutto ciò che rimane fuori da quest’ultima gamma viene
percepito come rumore dal bambino italiano. È facile quindi intuire che per un
italiano, bambino o adulto che sia, imparare una lingua diversa da quella
d’origine significa innanzitutto compiere un grande sforzo per capire le
differenze acustiche proprie delle frequenze che non conosce.
Spesso, per quanto si studi, si ha la sensazione di “perdere
un pezzo” di ciò che viene detto, con il risultato di incrementare il livello
di frustrazione. Ogni lingua è inoltre caratterizzata da un ritmo specifico ed
è normale che alcune lingue vengano percepite come “troppo veloci”.
Se dopo un percorso di studi leggi bene l’inglese ma fatichi
a parlarlo, difficilmente arriverai a farlo tuo: se sei sordo all’inglese non
potrai mai trovare le parole giuste, con il giusto ritmo. Diventa necessario
innanzitutto entrare nell’universo della lingua che si intende imparare,
proprio come il bambino che assorbe la propria lingua madre.
Il Metodo Tomatis® riprogramma l’orecchio e aiuta a percepire più chiaramente quelle frequenze che risultano confuse, arrivando a fare proprio il ritmo naturale della nuova lingua.
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