I nostri recettori sensoriali (come per esempio la retina negli occhi, la coclea nell’orecchio o i ricettori di calore nella pelle) sono “trasduttori”. Questo termine ingegneristico fa riferimento al fatto che i ricettori sono in grado di convertire una determinata forma di energia, unitamente ai pettern di informazioni ad essa legati, in un’altra forma di segnale energetico. Per questa ragione è possibile inviare certe frequenze di energia sonora alla coclea (il ricettore sonoro dell’orecchio) e all’apparato vestibolare (il sistema dell’equilibrio), che le convertono in pattern di energia elettrica per il cervello.
Variare le frequenze dei suoni che inviamo all’orecchio, nel tempo, può modificare la struttura e la funzione delle connessioni cerebrali. Per esempio, se ascoltiamo musica ad alto volume con molta enfasi sui bassi, i nostri neuroni iniziano ad attivarsi allo stesso ritmo della musica. Tale processo, chiamato “trascinamento”, è solo uno dei modi in cui la musica è in grado di modificare la struttura cerebrale.
Questo fenomeno è stato dimostrato utilizzando sistemi altamente sofisticati di scannerizzazione cerebrale, come quello sviluppato da Nina Krauss, ricercatrice della Northwestern University.