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Quanto conosciamo il nostro cervello?

Quanto conosciamo il nostro cervello?

A che punto sono le ricerche in ambito neuroscientifico? Facciamo il punto con questo articolo, tratto dal sito “Neuroscienze.net“.

Una larga messe di scoperte neuro scientifiche sta facendo luce sull’organizzazione e il funzionamento del cervello, definito la struttura più complessa e meravigliosa dell’universo conosciuto.

La scoperta, tra l’altro, della plasticità del cervello ha capovolto l’idea tradizionale dell’immobilità del sistema cerebrale. Per secoli, si è creduto che il nostro cervello fosse statico e immutabile. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso abbiamo scoperto che il cervello è un organismo in costante cambiamento, che si modella e rimodella continuamente attraverso ogni nuova informazione, ogni nuova esperienza, ogni nuovo apprendimento. Questo mutamento si esprime nel pensiero, nel comportamento, nelle emozioni e nelle capacità individuali, fatto che apre nuovi fantastici orizzonti alla nostra vita, in particolare al processo di sviluppo cognitivo, affettivo e sociale del bambino e al processo di invecchiamento.

Non siamo dunque costretti a rimanere “bloccati” con il nostro cervello per tutta la l’esistenza, ma possiamo modificare il suo funzionamento e la sua fisiologia e superare problemi e difficoltà, come ci mostra l’interessante volume di Daniel G. Amen “Cambia il tuo cervello, cambia la tua vita” (Edizioni Il punto d’ Incontro, Vicenza).

Grazie alle sofisticate metodiche di brain imaging, oggi è possibile conoscere come funziona il cervello, punto di partenza per organizzare idonee strategie, al fine di migliorare la nostra vita, crescere bene e superare molteplici problemi.

Le ricerche di visualizzazione cerebrale indicano che i meccanismi cerebrali e tutti i sistemi neurali sono legati al comportamento. Questa scoperta significa che disturbi psichiatrici, come ansia, depressione, ossessioni, impulsività, paure, rabbia, psicosi hanno- precisa Amen- “un’origine biologica”, più che “psicologica”, rendendo in tal modo più efficaci i trattamenti, anche per mezzo di numerosi consigli pratici, esercizi e tecniche su come “sconfiggere” queste patologie.

Attenzione, però. Affermare la natura biologica di questi disturbi non significa ignorare e trascurare le cause psicologiche e socio-ambientali del nostro comportamento e le esperienze personali.

Alla plasticità del cervello è poi legato il fenomeno della neuro genesi, il processo attraverso il quale vengono “generati” nuovi neuroni.

Durante lo sviluppo, i neuroni si moltiplicano con un ritmo di circa “4000 al secondo” e al termine della 16° settimana sono “più di 20 miliardi”. Ricerche pioneristiche hanno dimostrato che anche nel cervello adulto “permane” la neuro genesi (Altman, Gage). Negli uccelli, il cervello adulto genera la produzione di nuovi neuroni nei centri vocali superiori (Nottebohm).

L’esposizione ad un ambiente arricchito, cioè a una vita ricca di stimoli diversi, motori, sensoriali, cognitivi, compiti di memoria, esercizi fisici, l’apprendimento promuove e innalza potentemente i livelli di neuro genesi nel cervello (Ippocampo).   La stimolazione ambientale, inducendo notevolmente “modificazioni plastiche” nel cervello, può inoltre aumentare le risorse cognitive dell’individuo, cioè la capacità di “recuperare” danni cerebrali, dovuti a traumi, malattie neurodegenerative, e di “contrastare” gli effetti dell’invecchiamento.

I neuroni reagiscono in modo specifico anche agli avvenimenti gratificanti, i quali creano una soggettiva sensazione di benessere e piacere dovuta alla produzione di un neurotrasmettitore, la dopamina. Oltre a sviluppare un senso di gratificazione e di piacere, i neuroni della dopamina hanno la funzione di aiutarci a realizzare comportamenti che producono  risultati positivi. Questo neurotrasmettitore assume un sostegno benefico anche nel morbo di Parkinson, una patologia che provoca la morte progressiva dei neuroni produttori di dopamina.

Lo stress, l’ansia, la depressione e altri disturbi dell’umore “riducono” i livelli di neuro genesi, così come in generale gli effetti negativi ambientali, i quali “limitano lo sviluppo del cervello. Di qui, l’esigenza di una continua interazione tra geni e ambiente.

Concludendo, il nostro cervello è il risultato della combinazione di una diversità genetica, di una diversità di esperienze socio ambientali e di “una  non trascurabile componente casuale” (Boncinelli). Il cervello di ciascuno di noi pertanto è “diverso” da quello di chiunque altro. Il cervello di ciascuno di noi è “un oggetto irripetibile e unico”.

Per capire come il metodo Tomatis® sfrutta la plasticità cerebrale, contattaci allo 051 4859072

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